Monte Maggio in MTB: una scalata dai brividi verticali by enduro senza fretta

Per chi decide di affrontare Monte Maggio in MTB una cosa è certa: quella di non restare indifferente all' incredibile spettacolo offerto da questa montagna.

 

Oltre ad una altitudine di non poco conto che sfiora i 1.900 mt., l'essenza di questo itinerario si trova negli incredibili panorami che ruotano a 360° su tutto il Trentino e gli altipiani del vicentino, e nella storia che permea ogni metro quadro di questo arcigno terreno montuoso travolto dalla furia della Grande Guerra, ed è anche nella natura selvaggia, verticale, ed incontaminata che caratterizza la Val Terragnolo.

Negli scenari della Grande Guerra

 

Questo straordinario percorso si svolge a cavallo tra Veneto e Trentino, un confine che poco più di 100 anni fa fu teatro di cruenti scontri tra il Regno d' Italia e l' Impero Austroungarico.

A ricordare quei drammatici momenti che videro due generazioni di giovani massacrarsi per un pungo di terra sorge oggi una vistosa croce di ferro: gli scontri su questa cima furono particolarmente efferati al punto da concludersi con violentissimi corpo a corpo.

Come evocato dal nome stesso del rilievo, fu nel maggio del 1916 che gli austriaci lanciarono un violento attacco nell'ambito della Strafexpedition (la famosa Spedizione Punitiva): gli italiani cercarono in ogni modo di difendere la loro postazione sul confine ma nulla poterono contro la preponderanza numerica dell' avversario.
Oggi sul Monte Maggio si respira un'atmosfera decisamente più piacevole ed incantata: fatta di profumi di prati e panorami strabilianti. Rimane però impresa ardua conquistare (pacificamente s'intende) questa vetta isolata ed un po' sperduta.

 

 

 

 

Da Serrada al Forte Dosso delle Somme

 

In questo itinerario si parte da Serrada imboccando la mulattiera militare che in 7 Km conduce al Forte Dosso delle Somme (il più grande di tutti i Forti austriaci presenti sul versante italiano), le cime del Pasubio fanno da capolino all'orizzonte tra i verdi prati dell'altopiano.

 

 

 

Passo della Borcola - Val Terragnolo

 

 

Dal Forte, dopo una breve discesa, si risale su una sassosissima sterrata che impone faticosi strappi fin quasi al raggiungimento della sommità.

All'altezza della croce (Km 13) e delle sottostanti trincee val la pena fermarsi per una sosta meditativa e rigenerante: anche perchè la salita non è del tutto alle spalle.

Si continua in saliscendi, seguendo sempre la direzione del Passo della Borcola, su un favoloso sentiero scavato nel fianco della parete rocciosa.

 

Al km 14,5 la discesa inizia a fare sul serio: tornanti che richiedono tutti gli artigli che si è capaci di tirare fuori, fondo spesso sassoso intervallato da qualche rock garden piuttosto impegnativo. Solo al km 17 l'impegnativo single track si allarga per fare posto ad una forestale più larga ma molto impervia e sconnessa. Al km 18 si incrocia l'asfalto che si abbandona dopo appena due tornanti per ributtarsi nella natura che, in questo secondo tratto che attraversa la Val Terragnolo, è ancor più sorprendente e selvaggia.
Anche in questa seconda tranche bisogna saper parlare la lingua dell'enduro: davvero suggestivo un passaggio in una sorta di canyon con single track a filo di una parete rocciosa.

Risalita su asfalto verso Serrada

 

La festa finisce al Km 26 quando si riprende a scalare su asfalto in località Sega nei pressi di una diga artificiale del torrente Terragnolo: è una lunga e faticosa risalita di quasi 10 km più che sufficienti per smaltire la tanta adrenalina fin qui accumulata.

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