Adrenalina a tutta bici al Bike Park di Lavarone

Arrivo al Bike Park di Lavarone con mio figlio in un caldo sabato di ottobre. Bello, non c'è che dire: qui si divertono tutti, anche quelli che non pedalano. Un ambiente disteso, familiare, solo sorrisi.

Un bar baciato dal sole che ti invita a sederti piuttosto che a uscire. Davanti al bar la pista di pump trek e una sfilza di NORCO pronte per essere noleggiate.

Guardo la legenda alla base degli impianti per capire le discese come si articolano e subito noto inomi delle piste: Mojito, Pina colada, Rum runner... 

Devo capire se i nomi di battesimo sono stati dati prima o dopo averle fatte...

Mi sembra in tutto e per tutto di essere in una stazione sciistica dove al posto degli sci si usano le biciclette. 

Cambiano i colori e la stagione ma lo spirito e la voglia di divertirsi, quella, è sempre la stessa. I rider di oggi sono Matteo Kode, mio figlio, plurimedagliato all’ortopedia dell’Arcispedale di Reggio Emilia, Marco Giacomelli, istruttore di downhill, e Paolo Eghenter, detto Paolino, che arriva sì e no ai 12 anni ed è poco più alto del manubrio.

In realtà tratta i drop come se fossero chewing-gum e le paraboliche come cipster (nel senso che se li mangia a colazione).

D'altra parte, se va più al bike park che a scuola...

l Bike Park Lavarone nasce dalla “penna” di Alessio Amorth con la collaborazione della Turismo Lavarone srl, la società che gestisce gli impianti di risalita.

Qualche ruspata, molte migliaia di colpi di badile, qualche tonnellata di chiodi e assi messi giù con sapiente tecnica e piano piano dal sogno si passa alla realtà.

I percorsi, a parte il nome un po’ alcolico, sono rappresentati secondo i gradi di difficoltà delle piste da sci. La blu, la rossa e due nere. Ma molto altro sta bollendo in pentola.

Ho sentito parlare di percorsi da enduro, ecc... 

Certo è che il comprensorio dell’Alpe Cimbra, considerato uno fra i più vocati dell’intero arco alpino in termini di MTB, offre dislivelli e altimetrie sempre praticabili su fondi che, essendo di natura calcarea, rimangono pedalabili anche in condizioni di forti piogge, quando altrove pedalare diventa impossibile. Arriviamo in cima all'impianto con una bell’arietta fresca ma dopo poco iniziamo a scaldarci: i rider perché vanno su e giù per ripetere i passaggi (e spingere un DH in salita è come trascinare un cane al guinzaglio che ha visto un gatto nella direzione opposta), il Gober e io perché siamo murati di attrezzatura. Il vento che ha tirato forte nella notte ha rivestito tutte le strutture di un leggero tappeto di foglie che, se da un lato sembra «sporcarle” dall'altro dona un'atmosfera molto “backcountry”. 
Man mano che scendiamo mi ritorna l’acquolina in bocca e il desiderio di salire su una bici è forte. Ma oggi devo portare a casa fotografie e impressioni. Per le tumefazioni c'è tempo! 
Ogni tanto cediamo il passo ai rider del week end, venuti anche da lontano per rincorrere “quel famoso posto in Alpe Cimbra dove si va in appoggio dribblando le tane delle specie protette”. Arriviamo verso la fine attorno all'ora di pranzo e mentre scarico le foto Alessandra, moglie di Alessio, farcisce panozzi di grande spessore ed effetto. 
Bilancio molto positivo: qualche foratura, molto divertimento e molto sudore.

DARE FORMA A UN’IDEA

Ogni tracciato ha un dislivello di circa 200m con lunghezze che variano da 1,6 a 2 km, quanto basta per arrivare al traguardo con la lingua sotto i pedali.
Il Percorso blu “Rum Runner" si adatta facilmente a tutti. Qui potrete imparare a gestire il vostro mezzo senza rischiare l'osso del collo e, se volete, potete farlo in compagnia dei vari istruttori che lavorano all'interno della struttura. Si inizia con una prima parte del tracciato molto flow, seguita da un tratto centrale caratterizzato da passaggi su pietre per poi arrivare a una zona con qualche radice. 
Un mix perfetto per prendere confidenza con tutti i tipi di terreno! In caso di difficoltà questo percorso ha la possibilità di deviare su una strada forestale che renderà ancora più sicuro il vostro rientro alla base.

Nel percorso rosso “Mojito” si inizia con una parte leggermente più ripida caratterizzata da radici e pietre che ci costringe a fare molta attenzione a dove mettiamo le ruote della nostra bici, per poi arrivare a una parte centrale molto divertente e veloce di sottobosco arricchita con passerelle in legno, sponde in terra e piccoli salti da doppiare in scioltezza. La parte finale poi si ricollega con il tracciato blu dove troviamo un rientro tranquillo e divertente che ci riporta fino alla partenza della seggiovia.
Il percorso Nero “Pina Colada” è caratterizzato da una parte iniziale in comune con il percorso rosso abbastanza impegnativa, per poi proseguire sotto la linea dell'impianto di risalita, in un tratto molto veloce e pieno di strutture da perdere la testa. Si parte con un piccolo step-down per poi affrontarne uno più grosso prima di buttarsi a tutta velocità in una grande parabolica in legno e proseguire verso uno step-up molto bello e impegnativo. Di nuovo si affronta Una parabolica in terra e poi si va dritti verso l'area dei drop... qui avete l'imbarazzo della scelta, da quello alto 1m fino a quello alto quasi 3 m! Se siete ancora carichi e non ne avete avuto abbastanza da qui in poi si rientra in bosco affrontando passaggi su rocce e altri piccoli drop, per poi arrivare al salto finale dove potete sfogare il vostro stile per farvi fare le foto migliori da chi sta a valle ad aspettarvi… di solito la vostra ragazza, se non è dietro a voi con la sua bici!

Il percorso giallo “Whezzy” (difficoltà nero) è l'ultimo nato e riprende un po’ le tendenze dei tracciati più recenti. Una bella parte flow nella zona iniziale dove per avanzare dovrete pompare bene con braccia e gambe su manubrio e pedali, una parte centrale molto veloce in comune con il tracciato nero e una parte finale molto tecnica dove troverete modo di confrontarvi con passaggi impegnativi e strutture in legno da farvi girare letteralmente la testa!

Una volta arrivati in fondo avrete sicuramente sete! Niente paura: proprio alla base degli impianti, davanti alla skill area per i bambini e il pumptrack per tutti, potrete dissetarvi e mangiare dei super panini o dei piatti tipici nel covo del bike park, il bar “Seven Se”.
Da qui sono nate le idee e i progetti che caratterizzano il park e sempre da qui si lavora per costruirne di nuove. All’interno potete trovare anche un corner dedicato al mondo bike, dall’abbigliamento alle protezioni Leatt, fino al vostro tempo libero con accessori Segway e Ninebot, per arrivare infine alle actioncam e accessori per Gopro, tutti marchi che sponsorizzano il bikepark.

 

Tratto da VIAGGIARE IN BICICLETTA

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